«Abbiamo fatto germinare le nostre idee per imparare a sopravvivere in mezzo a tanta fame, per difenderci da tanto scandalo e dagli attacchi, per organizzarci in mezzo a tanta confusione, per rincuorarci nonostante la profonda tristezza.
E per sognare oltre tanta disperazione.»


Da un calendario inca degli inizi della Conquista dell'America.
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HAITI / Notiziario

Di Marco Cantarelli.
ProtesteIn settembre, il Movimento dei Contadini di Papaye (MPP) ha organizzato una manifestazione di piazza contro il governo, cui hanno partecipato 8 mila persone, secondo gli organizzatori, per denunciare la crisi socioeconomica e lanciare un’azione di disobbedienza civile. È la prima volta, da dieci anni a questa parte, che una protesta del genere mobilita migliaia di persone contro il governo. La marcia si è svolta a Hinche, dipartimento di Plateau Central, nella parte orientale del paese.
Nella piazza centrale della città, davanti a migliaia di persone, il leader dei contadini Chavannes Jean-Baptiste ha severamente criticato il governo di Lavalas definendolo una «dittatura». «Non riconosciamo e mai riconosceremo l’autorità delle persone nominate da Aristide e Préval durante il disordine elettorale del 21 maggio», ha dichiarato tra gli applausi.
Il leader del MPP si è scagliato contro l’inflazione galoppante, l’insicurezza e il degrado socioeconomico del paese. Quindi, ha invitato la popolazione a non pagare alcune tasse già in vigore sotto la dittatura dei Duvalier, e per questo ritenute ingiuste, che sono state da poco ripristinate.
Chavannes Jean-Baptiste se l’è presa anche con i dirigenti dell’opposizione riuniti nella Convergenza Democratica, che non si sono degnati di farsi vedere alla protesta. Jean-Baptiste ha quindi rivolto un appello per «una vera convergenza del popolo haitiano per dire no alla dittatura di Lavalas». Nei fatti, soltanto un dirigente dell’Organizzazione del Popolo in Lotta (OPL) ha partecipato alla manifestazione. Altri partiti o movimenti, come lo Spazio di Concertazione e il Raggruppamento dei Democratici Nazionali Progressisti, hanno inviato delegazioni di secondo piano.
Partita da Papaye, la marcia ha percorso 9 km. per arrivare a Hinche, principale città del dipartimento. A più riprese uomini armati hanno tentato di disperdere la manifestazione sparando in aria. La polizia è intervenuta, mentre i manifestanti si sono stesi pancia a terra, prima di riprendere la marcia.
Sostenitori di Fanmi Lavalas, riuniti davanti al Municipio di Hinche, hanno scandito slogan a favore dell’ex presidente Jean-Bertrand Aristide e accusato la polizia di essere d’accordo con il MPP. Quindi, hanno anche lanciato minacce all’indirizzo dei giornalisti presenti. Il giorno prima, sconosciuti avevano appiccato il fuoco ad un ufficio del MPP a Hinche, causando seri danni.
Chavannes Jean-Baptiste, coordinatore del MPP, si è battuto coraggiosamente contro i regimi militari del passato. Ex sostenitore dell’ex presidente Aristide e ex consigliere del presidente Préval, da alcuni anni, ha voltato le spalle al movimento Lavalas, che, a suo dire, avrebbe deviato dai suoi obiettivi. Attualmente Chavannes Jean-Baptiste è alleato dell’OPL. La manifestazione di Hinche si inserisce in una congiuntura politica tumultuosa, che preoccupa gli Stati Uniti, tanto che, con discrezione, diplomatici USA stanno tessendo una fitta rete di contatti in cerca di una soluzione negoziata della crisi. Una delegazione dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA) è intanto giunta nel paese per preparare le elezioni presidenziali e senatoriali di novembre. Finora, soltanto il partito Fanmi Lavalas ha annunciato che vi parteciperà.
PoliticaIl nuovo parlamento si è insediato il 28 agosto. In esso, il partito dell’ex presidente Jean-Bertrand Aristide, Fanmi Lavalas la fa da padrone, avendo eletto 18 dei 19 nuovi senatori, con i quali Aristide può vantare ormai una maggioranza di due terzi, e contando su 72 dei 83 deputati. Famni significa Famiglia; Lavalas è, invece, il termine creolo che sta indicare la “valanga” o “alluvione” che travolse la dittatura duvalierista e insediò al governo Aristide. In seguito, quel movimento si è diviso fra l’Organizzazione Politica Lavalas (OPL) e la nuova formazione dell’ex presidente. La prima ha, quindi, cambiato nome, sottolineando così la presa di distanza dal governo Lavalas.
AssassinioAmos Jeannot, 27 anni, era impiegato di una istituzione alternativa di credito, la Fonkoze, attiva in un quartiere popolare di Port-au-Prince. Lo hanno sequestrato, in settembre, nel suo ufficio, una decina di uomini armati che indossavano l’uniforme e i distintivi della polizia nazionale. Il suo corpo è stato ritrovato il 21 settembre, con chiari segni di tortura. Nel ricordare la sua figura, il sacerdote Joseph Philippe, che ha celebrato la messa funebre nella cattedrale della capitale, ha denunciato «le minacce continuamente rivolte a Amos Jeannot da alcuni direttori di banche private della capitale», evidentemente infastiditi dai servizi che questa istituzione offriva ai poveri haitiani. All’interno di Fonkoze, Jeannot si occupava proprio di relazioni con le altre banche. Familiari e amici della vittima, e sostenitori di questa esperienza, ad Haiti e nel mondo, chiedono sia fatta giustizia.
GiustiziaSi è concluso in settembre con la condanna di 6 degli 11 accusati, fra commissari e poliziotti, il processo per il massacro di Carrefour-Feuilles, avvenuto il 28 maggio 1999. Il ministro della Giustizia, Camille Leblanc, si è dichiarato soddisfatto del processo che, a suo dire, «segna la fine dell’impunità ad Haiti». Sarà: certo che le pene appaiono alquanto lievi: soltanto tre anni di carcere, fra tante attenuanti.

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