«Abbiamo fatto germinare le nostre idee per imparare a sopravvivere in mezzo a tanta fame, per difenderci da tanto scandalo e dagli attacchi, per organizzarci in mezzo a tanta confusione, per rincuorarci nonostante la profonda tristezza.
E per sognare oltre tanta disperazione.»


Da un calendario inca degli inizi della Conquista dell'America.
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MÉXICO / Notiziario

Di Ramón Eugenio Rodríguez González, dal Nicaragua. Traduzione e redazione italiane di Marco Cantarelli.
ChiapasNuovo governatore di questo Stato è Pablo Salazar Mendiguchía, eletto dalla Alleanza per il Chiapas, composta da PRD, PAN, PT (Partido del Trabajo) e PVEM (Partido Verde Ecologista Méxicano). Ha ottenuto circa 536 mila voti su poco più di un milione, cioè il 51,5%. Il candidato del PRI Sami David ne ha raccolti 475 mila, un buon 5% in meno del vincitore. Dopo 71 anni, dunque, il Chiapas non sarà governato dal PRI. Alle elezioni erano presenti 4.500 osservatori nazionali ed internazionali. Le operazioni di voto si sono svolte in un clima di relativa calma. Non sono mancate irregolarità e denunce. Ma non tali da inficiare il risultato, a giudizio degli osservatori. Alto, comunque, l’astensionismo: più della metà dell’elettorato non ha votato, nonostante il 95% dei seggi programmati abbia funzionato. Soltanto in alcune comunità zapatiste, i seggi non sono stati aperti. Salazar si insedierà il prossimo 8 dicembre. Da lui ci si attende una svolta nel dialogo di pace con gli zapatisti.
ChiapasIn una sorta di pellegrinaggio aperto dall’immagine della Virgen de Guadalupe, assai venerata in America Latina, a metà ottobre, alcune centinaia di indigeni tzotziles, tzeltales, choles, zoques e tojolabales appartenenti ai gruppi Las Abejas e Xi’Nich sono partiti a piedi dalla comunità di Acteal, dove avvenne un massacro tre anni fa ad opera di paramilitari, diretti a Ciudad de México. Gli indigeni chiedono giustizia, l’approvazione da parte del Congresso dell’Unione della proposta della Commissione di Concordia e Pacificazione (COCOPA) che registrò il consenso di tutti i gruppi etnici del paese, la ripresa del negoziato di pace con il movimento zapatista.
BiopirateriaUna multinazionale alimentare di origine olandese, la Quest International, e l’università del Minnesota (USA) hanno ottenuto un brevetto negli Stati Uniti nel 1999 per sfruttare una proprietà del pozol, bevanda tradizionale dei maya. Ricercatori hanno isolato in essa un batterio che può essere applicato «per prevenire la formazione di microorganismi indesiderati negli alimenti». Ma, denuncia l’organizzazione di ricerca Rural Advancement Foundation International (RAFI) con sede in Canada, il problema è che la multinazionale e l’università intendono lucrare su tale conoscenza millenaria indigena.
Il brevetto ufficiale statunitense n. 5919695, di cui il quotidiano messicano La Jornada ha ottenuto copia, nomina nove persone come “inventori” di questo batterio, che può essere utilizzato «per controllare muffe e altra flora di decomposizione in vari materiali, partircolarmente alimenti come massa, tortillas, granaglie bagnate e formaggi». Uno di questi “scopritori”, il professore Larry L. McKay, dell’Università del Minnesota, ha ammesso che il batterio è stato scoperto nel pozol: «I maya hanno utilizzato questa bevanda come un medicinale per curare problemi intestinali e pulire ferite infette. Lo bevevano in grandi quantità perché credevano possedesse proprietà magiche». McKay, ha però curiosamente negato che la “invenzione” sia in relazione con il pozol: «abbiamo solo isolato un organismo...» ha aggiunto. Tuttavia, i detentori del nuovo brevetto ammettono candidamente che «le proprietà antibatteriche e curative di questa bevanda fermentata messicana sono note da secoli nella civiltà maya».
Il brevetto è già stato concesso in USA e sono in corso le pratiche per ottenerlo in Europa e Giappone. Di conseguenza, la Quest International e la Università del Minnesota potranno impedire ad altri nel mondo di usare il pozol per gli obiettivi specificati nel brevetto, nonché di fabbricare, usare, vendere o importare questo batterio del pozol. Ai sensi del NAFTA (North American Free Trade Agreement, l’accordo di libero commercio nel Nordamerica) e degli accordi con l’Organizzazione Mondiale del Commercio, il México ha creato da tempo l’Istituto Messicano di Proprietà Industriale; tuttavia, i rappresentanti dell’università del Minnesota e della Quest International, intervistati da La Jornada, non hanno chiarito se i “proprietari” di tale batterio siano stati registrati (anche) in México.
Si tratta di un «semplice furto», ha tagliato corto la ricercatrice Silvia Ribeiro, della RAFI: l’ennesimo «caso di spoliazione di una conoscenza millenaria di una comunità che sempre è stata pubblica e collettiva». Per Ribeiro, sia nel caso del pozol che di altri casi documentati da RAFI – fra cui il fagiolo canario messicano, la ayahusca amazzonica, la quinoa boliviana –, il brevetto è il risultato di una espropriazione del sapere indigeno, reso proprietà privata e fonte di lucro per pochi. Per la RAFI, le applicazioni di tali organismi viventi a fini di lucro privato sono veri e propri casi di «biopirateria».
D’altro canto, Ribeiro segnala come siano spesso le università pubbliche a fare da intermediarie in questo senso: circa il 50% delle ricerche biotecnologiche si realizzano, infatti, in università pubbliche, quali l’Università del Minnesota. In altri termini, fondi pubblici vengono utilizzati per privatizzare le conoscenze: di modo che, le grandi imprese che collaborano con questi centri accademici ricevono un sussidio pubblico per monopolizzare conoscenze millenarie collettive.
Impedire tale biopirateria, del resto, non è facile e costa caro. I costi di un ricorso giudiziario per un brevetto sono saliti, nel 1999, ad una media di 1,5 milioni di dollari. Soltanto le spese iniziali per affrontare i ricorsi, nel caso del fagiolo giallo, sono costate 250 mila dollari, sostiene la RAFI, il che rende quasi impossibile per qualsiasi comunità o persona che non sia una grande impresa o un governo riunire tante risorse.
BiotecnologieAi primi di ottobre, una biochimica messicana, Evangelina Villegas, 76 anni, ed un esperto di genetica indiano, Surinder Vasal, 62 anni, sono stati insigniti del Premio Mondiale dell’Alimentazione del Millennio per i loro lavori di sviluppo di una varietà di mais ricco in proteine, che potrebbe aiutare a prevenire la denutrizione di milioni di persone povere. Ai due vanno 250 mila dollari. Entrambi lavorano al Centro Internazionale di Miglioramento di Mais e Grano in México, patrocinato dal Gruppo Consultivo sulla Ricerca Agricola Internazionale. La nuova varietà di mais è stata sviluppata in 35 anni di ricerca, per introdurre un gene che incrementa le quantità di lisina e triptofano, due amminoacidi essenziali per gli esseri umani, in un grano di qualità che sia commerciabile. Il mais migliorato, noto come quality protein maize (QPM, mais con proteine di qualità) è stato sottoposto per quasi vent’anni di sperimentazioni di campo su un migliaio di varietà ibride, un anno prima di venire coltivato in grandi estensioni. Attualmente, il QPM è coltivato in un milione di ettari in 32 località di America Latina, Africa, Asia.
EcologiaDue contadini ambientalisti sono stati condannati, il primo a 6 anni e 8 mesi, il secondo a 10 anni di carcere da un giudice di Iguala, in Guerrero; l’uno, per porto illegale di armi; l’altro, anche per la semina di marijuana. Tutte scuse, ribatte la difesa: in realtà, i due si sono battuti per impedire il disboscamento illegale della loro zona da parte di compagnie del legname. Secondo la difesa, i due sarebbero persino stati torturati.
IndigeniAlla camera dei deputati sono solo 7 e al senato 1. Appena 8 eletti in rappresentanza di oltre 10 milioni di indigeni, appartenenti a 62 gruppi etnici. Nella precedente legislatura erano di più, anche se di poco. Né il PAN, né il PVEM contano deputati indigeni nelle loro fila. Il PRI ne ha invece 5 (4 eletti in Chiapas e 1 in Yucatán), il PRD 2 (da Tabasco e Veracruz) più un senatore (da Oaxaca).
PoliticaIl PRI guiderà 17 delle nuove commissioni della Camera dei deputati; il PAN 16, il PRD 4 e il Verde Ecologista 2 e il Partito del Lavoro 2.
GovernoDovevano lavorare gratis fino al suo insediamento, aveva annunciato Fox; eventualmente, alcuni di essi sarebbero stati poi “ricompensati” con qualche incarico nel prossimo governo. Tuttavia, fonti giornalistiche hanno reso noto che i consiglieri del neo presidente ricevono dallo scorso agosto circa 8.500 dollari al mese. Forse, lo stesso Fox ha ricevuto compensi prima ancora del suo insediamento. L’opposizione ha criticato la scelta, ipotizzando il reato di peculato, dal momento che il Congresso non ha autorizzato alcun finanziamento alla squadra di Fox.
NarcotrafficoNonostante le ingente risorse spese nella lotta al narcotraffico, sia le coltivazioni di marijuana che di papaveri da oppio sono in aumento. Aumenta anche la produttività di tali piantagioni grazie a moderne tecniche genetiche e alla atomizzazione e disseminazione di piccoli appezzamenti coltivati in zone impervie di difficile accesso per i militari. Un ettaro “normale” coltivato produce 8 chili di pasta di oppio da cui si ricava un chilo di eroina; un ettaro “migliorato” produce invece circa 16 chili di pasta, dando luogo a 2 chili di eroina. La lotta a queste coltivazioni richiede molte forze: circa 34 mila soldati sono stati impegnati in tale compito nei mesi scorsi. Tuttavia, di recente è stata impiegata una sostanza gel che permette di incendiare le piantagioni anche in caso di pioggia. I principali Stati produttori di marijuana sono Sinaloa, Chihuahua, Michoacán, Durango; quelli in cui si produce oppio Guerrero, Chihuahua e Durango.
StoriaIl 2 ottobre, 32 anni dopo il massacro degli studenti in piazza Tlatelolco, a Ciudad de México, il neo presidente ha promesso di aprire gli archivi sul caso, «nella convinzione che i reati di lesa umanità vadano castigati». Nel 1968, l’esercito aprì il fuoco sugli studenti e altri gruppi manifestanti che manifestavano contro il governo di Gustavo Díaz Ordaz. Circa 250 persone morirono quel giorno; 5-6 mila furono gli arrestati, 2 mila dei quali finirono in carcere. Di quel massacro, sparì ogni traccia negli archivi dei periodici nelle emeroteche pubbliche. Un ricorso presentato nel 1998 da alcuni superstiti nei confronti di alcuni ministri di allora non ha avuto fortuna, finendo per perdersi nelle sabbie mobili della giustizia messicana. Tuttavia, né la legislazione messicana né quella internazionale possono far cadere in prescrizione quel crimine.
Augh!120 anni dopo l’ultima e storica battaglia di Tres Castillos, del 14 ottobre 1880, fra le tribù apaches del Nuevo México e i gruppi indigeni della Sierra Tarahumara, questi due popoli del sud degli attuali Stati Uniti e del nord dell’attuale México hanno finalmente sotterrato l’ascia di guerra. Il conflitto si concluse un secolo fa con il ritiro degli apaches dal Chihuahua, che vennero allora rinchiusi in riserve indiane negli Stati Uniti. I risentimenti fra i due popoli, però, restarono, tramandati fino ai nostri giorni. La riconciliazione, suggellata da una cerimonia in ottobre, permetterà a quella terra di riscoprire il suo carattere multietnico e indigeno; così, molti meticci, soprattutto, potranno ricostruire il proprio albero genealogico, andando alla scoperta delle proprie radici indiane.
Minori/1Lavorano nel rancho San Cristóbal del neo presidente Fox; seminano cipolle, raccolgono patate, preparano la terra. Si alzano alle 7 del mattino e fino alle 4 del pomeriggio lavorano nei campi. Pausa pranzo di un’ora. Nessuna assistenza medica, né sociale. Guadagnano 7 dollari al giorno. Il problema è che 35 di questi lavoratori hanno meno di 14 anni. La legge messicana proibisce il lavoro minorile sotto i 14 anni e lo consente fra 14 e 16 anni, ma per un massimo di 6 ore al giorno. Il lavoro minorile è assai comune in México. Il paese ha recentemente ratificato la convenzione internazionale in materia. E, forse, dal presidente ci si aspetterebbe il buon esempio...
Minori/2In México, circa 115 mila minori di 17 anni lavorano per strada, in proprio o aiutando qualche adulto. Di questi, circa 14 mila hanno meno di 5 anni. Le bambine sono circa il 30%. Il 20% chiede la carità; il 24% vende articoli minori; il resto lavora nel settore informale e/o aiuta gli adulti. È quanto emerge da una ricerca patrocinata dall’UNICEF.
Minori/3Nei primi sei mesi di quest’anno, oltre 15 mila fra bambini e bambine, in misura più o meno uguale, hanno ricevuto assistenza psicologica e giuridica a seguito di maltrattamenti subiti. A infliggere tali violenze pare siano più le madri che i padri; seguono patrigni e altre figure domestiche.
DenutrizioneIl 40% dei circa 100 milioni di abitanti messicani soffre di denutrizione. Pochi passi avanti sono stati fatti per quanto riguarda sicurezza alimentare. Denutrito è il 17,7% dei messicani minori di 5 anni, cioè nell’età più critica per lo sviluppo psico-fisico, mentre il 27% soffre di anemia. Le zone rurali, in un paradosso che la dice lunga sul “modello di sviluppo”, sono le più colpite dal fenomeno.

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