«Abbiamo fatto germinare le nostre idee per imparare a sopravvivere in mezzo a tanta fame, per difenderci da tanto scandalo e dagli attacchi, per organizzarci in mezzo a tanta confusione, per rincuorarci nonostante la profonda tristezza.
E per sognare oltre tanta disperazione.»


Da un calendario inca degli inizi della Conquista dell'America.
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NICARAGUA / Elezioni municipali: risultati, analisi e prospettive politiche dopo il voto

Nel novembre scorso, il popolo nicaraguense ha eletto, per la prima volta in maniera a sé stante, le nuove amministrazioni locali. Tuttavia, il voto ha avuto un significato che va ben aldilà del piano strettamente amministrativo. Si è trattato, infatti, di un atteso e importante test politico in vista delle elezioni presidenziali previste per il novembre 2001. Il voto ha premiato il Fronte Sandinista, che ha vinto nelle maggiori città, compresa la capitale Managua. La destra resta, tuttavia, maggioritaria nel paese, anche se meno di quanto essa stessa si aspettasse. Su tutto, però, pesa però il crescente astensionismo. In uno scenario ferreamente condizionato dal “patto” raggiunto con il governo nei mesi scorsi, l’FSLN è convinto di potercela fare nel prossimo novembre a tornare al governo. All’approfodimento di questa delicata congiuntura abbiamo pensato, dunque, di dedicare questo dossier, sacrificando per una volta il notiziario centroamericano che, complici prima il ritardo nella pubblicazione dei risultati elettorali e, quindi, le festività natalizie, tornerà dal prossimo numero insieme ad altri articoli di attualità (México, El Salvador...).

Di Marco Cantarelli. Risultati finaliAll’alba del 28 novembre, in un clima di forte tensione, il Consiglio Supremo Elettorale ha finalmente proclamato i risultati definitivi delle elezioni municipali del 5 novembre. Il ritardo nella loro pubblicazione è del tutto inspiegabile, nonostante gli innumerevoli ricorsi presentati dal PLC. Fra l’annuncio dei risultati preliminari, anch’essi resi pubblici con ritardo l’11 novembre, e la pubblicazione dei risultati finali sono intercorse tese negoziazioni fra i vertici dei due partiti del patto, FSLN e PLC. Per vari giorni, gli attivisti dell’FSLN hanno inscenato proteste in varie località del paese per sollecitare la pubblicazione dei risultati, che sono culminate il 27 novembre in una manifestazione a Managua, guidata da Daniel Ortega. In alcuni casi, le manifestazioni sono sfociate in disordini con feriti e arresti, come a Diriamba. Il 27 sera, poco prima che venissero resi pubblici i risultati, Ortega è penetrato con la forza nella sede del CSE per esigere la proclamazione dei risultati, cercando così di accreditare l’immagine di un potere che si impone, mentre il governo stava perdendo chiaramente il controllo della situazione. Dopo la pubblicazione dei risultati definitivi, ci sono stati, comunque, nuovi ricorsi. Cammino Cristiano ha contestato la vittoria dell’FSLN a Nagarote; il Partito Conservatore quella del PLC a Cuapa; l’FSLN quelle del PLC a La Libertad, El Jicaral, Telica, Potosí, Masatepe, fra le altre. Il PLC, a sua volta, in varie località vinte dall’FSLN.
AlemánIn una delle sue uscite polemiche, offensive e fuori controllo, a metà ottobre, il presidente ha definito l’ex capo dell’esercito Joaquín Cuadra, attuale leader del nuovo Movimento di Unità Nazionale, un «generalito», vale a dire, piccolo generale. Nell’occasione, Alemán ha anche pronosticato che il MUN sarà escluso dalle corsa presidenziale. Non pago della cosa, il presidente ha quindi dato del «bastardo» al generale Emiliano Chamorro, figura storica del conservatorismo nicaraguense. Quindi, smentendo di aver mai ricevuto pressioni dagli USA, ha dichiarato che qualora ne ricevesse «li mando al diavolo e li dichiaro “non grati”». I vertici militari hanno protestato e chiesto rispetto per gli ufficiali in servizio e non.
ConservatoriA fine novembre, il Partito Conservatore ha convocato la sua militanza per discutere la strategia del partito in vista della prossima Convenzione del PC, che designerà i candidati a presidente e vicepresidente, a celebrarsi nel prossimo febbraio. Secondo dirigenti del partito, tre sono le ozpioni che il PC ha davanti: una alleanza con il PLC per impedire la vittoria dell’FSLN; guidare una alleanza nazionale per sfidare i due partiti del patto (PLC e FSLN); presentarsi da soli, come nelle recenti municipali, dove invero il PC ha raccolto magri risultati. L’unica cosa certa è che i conservatori scartano un’alleanza con l’FSLN: anzi, l’obiettivo principale è impedire una vittoria dell’FSLN. In questo contesto, i conservatori stanno sondando la possibilità di candidare la ex presidente Violeta Barrios de Chamorro.
FSLNIl 6 novembre, Daniel Ortega, rispondendo a giornalisti nazionali ed internazionali, ha difeso il proprio diritto a candidarsi nuovamente a presidente della nazione, dicendosi «pronto alla sfida» del 2001. L’annuncio ha scatenato un intensa polemica, sia nell’FSLN che nel sandinismo in generale. A metà novembre, l’economista Alejandro Martínez Cuenca e l’imprenditore Manuel Coronel Kautz, vicini al leader sandinista, hanno annunciato la propria intenzione di pre-candidarsi a nome dell’FSLN. Già in ottobre, il deputato dell’FSLN e membro della Direzione Nazionale del partito, Víctor Hugo Tinoco, aveva annunciato la propria disponibilità in tal senso; quindi, il primo dicembre, Tinoco ha ufficializzato la sua pre-candidatura. Dopo l’alleanza elettorale fra l’FSLN e i socialcristiani guidati da Agustín Jarquín, è stata ventilata anche l’ipotesi di candidare quest’ultimo alla presidenza o alla vicepresidenza, in coppia con Daniel Ortega. La candidatura di Tinoco è l’unica che appare indipendente dalla “benedizione” di Ortega. L’FSLN deciderà il 21 gennaio in una affrettata consultazione interna – una sorta di primarie – chi sarà il suo candidato alla presidenza.
Mass-mediaAlemán ha, pure, inaugurato ai primi di novembre, una nuova radio: La Poderosa, il cui motto è “La que sí golpea! (Quella che, sì, colpisce!). La nuova radio, dotata di moderne e costose apparecchiature, sarà al servizio degli interessi del presidente.
Banche/1Il 20 ottobre, una giudice di Managua ha archiviato l’inchiesta sulla bancarotta dell’INTERBANK (vedi bollettino scorso) per “mancanza di prove”. Si chiude così, non meno scandalosamente di come fosse scoppiato, lo scandalo della truffa realizzata dai fratelli Centeno Roque e da altri funzionari della banca, legati ai vertici dell’FSLN. I Centeno Roque continueranno a pagare i propri debiti agli azionisti e i contribuenti nicaraguensi dovranno farsi carico degli 80 milioni di dollari con cui la Banca Centrale ha “salvato” l’INTERBANK, garantendo i soldi dei risparmiatori. La sentenza della giudice Regina Escobar obbedisce, in realtà, ad un accordo politico fra il presidente Alemán e Daniel Ortega. Nei giorni precedenti, gli stessi fratelli Centeno Roque si erano riuniti con il presidente.
Banche/2A metà novembre, la Sovrintendenza delle Banche ha annunciato anche la liquidazione forzosa del Banco del Café (BANCAFE). Tuttavia, nel darne comunicazione, la banca centrale annunciava anche che non avrebbe coperto i depositi degli oltre 40 mila clienti, ad eccezione di quelli inferiori a 20 mila córdobas (circa 1.500 dollari). Da parte sua, il sovrintendente Noel Sacasa chiariva che la decisione di liquidare la banca era stata presa secondo la legge, mentre quella di non coprire i risparmiatori era venuta dal presidente Alemán. Siccome in analoghe situazioni – ultima la bancarotta dell’INTERBANK –, lo Stato aveva soccorso i risparmiatori, la decisione della banca centrale ha dato luogo a proteste spontanee e forti: moltissimi clienti hanno ritirato i propri depositi dalle banche, in particolare dal semiprivatizzato BANIC, istituto intorno al quale si concentra il capitale alemanista. Di fronte alla minaccia di un collasso del sistema finanziario, il presidente Alemán è tornato allora sui suoi passi. Quindi, a fine novembre, il Banco de Finanzas – nel quale si concentra invece il capitale sandinista e dell’esercito – ha comprato il BANCAFE, mentre con uno stanziamento di 40 milioni di dollari lo Stato ha cominciato ad indennizzare i risparmiatori.
Il BANCAFE intermediava fondi del Banco Interamericano de Desarrollo alla microimpresa nicaraguense. Con fondi della Banca Mondiale, il primo aveva acquisito una quota importante delle succursali della banca statale di sviluppo BANADES, in località rurali povere. Tuttavia, al momento della sua liquidazione forzosa, è apparso evidente come l’immagine di “banca dei piccoli” non corrispondesse a realtà e, inoltre, non siano stati i piccoli imprenditori a far fallire la banca, come i dirigenti di quest’ultima hanno fatto credere. La bancarotta è stata provocata da una tendenza assai radicata nel sistema bancario nicaraguense: quella di concedere i maggiori prestiti a imprese o persone legate ai dirigenti della banca in questione, i quali si avvalgono di prestanome per nascondere la corruzione, mentre gestiscono affari di famiglia, spesso loschi, al riparo del segreto bancario. Fra i prestiti di questo tipo, ci sono 11 milioni di dollari concessi ai citati fratelli Centeno. Nonostante il BANCAFE fosse sotto osservazione della Sovrintendenza delle Banche già da un anno, l’ultimo rapporto di quest’ultima del giugno 2000 non conteneva alcun riferimento alle gravi irregolarità poi emerse. Anzi: nel documento si legge che il 96,7% del portafoglio era da considerarsi al riparo da rischi!
BilancioA metà novembre, l’Assemblea Nazionale ha cominciato la discussione del bilancio preventivo dello Stato per il 2001. Il deficit fiscale è il più alto proiettato nella storia del paese: 6 miliardi di córdobas, un 3% più alto di quanto sono disposti ad accettare gli organismi internazionali che vigilano sull’economia nicaraguense. A fronte di un aumento (13,5%) degli introiti – per il 92% derivanti dalla imposizione fiscale –, anche la spesa sarà superiore al 2000, ma di ben il 35%. Il Coordinamento Civico, che raggruppa circa 300 ONG nazionali, denuncia, inoltre, l’esistenza di alcune voci di spesa del tutto arbitrarie, che si teme possano coprire le spese della prossima campagna elettorale del partito di governo. Per quanto incredibile possa sembrare, soprattutto dopo le recenti elezioni, il bilancio 2001 non prevede alcun trasferimento di fondi alle amministrazioni municipali! L’anno scorso era stato pari all’1% del bilancio...

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