HONDURAS / Ascesa e caduta del Quadro Logico: note critiche per un dibattito sulla cooperazione
Dall'Honduras, Ismael Moreno. Traduzione e redazione in italiano di Marco Cantarelli.
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Senza disconoscere l'enorme contributo che la cooperazione internazionale, attraverso organismi donatori di diversi Paesi, soprattutto europei, eroga a programmi di sviluppo, difesa dei diritti umani, incidenza politica, formazione, organizzazione sociale e comunitaria, realizzati da “controparti” o “partners” locali, al di fuori dell'amministrazione e della tutela dello Stato, genericamente noti come Organizzazioni Non Governative (ONG), s'impone una riflessione. Che nasce dall'interno di queste esperienze, alle prese con gli stessi problemi e punteggiata dagli stessi risultati “logici” del lavoro comune. Che sorge, in particolare, da una realtà così instabile e impegnativa come quella honduregna, che di solidarietà e sostegno internazionale ha tanto bisogno nella lotta per uscire da una crisi che sembra non avere fine.
Più necessaria che maiAgli omicidi di giornalisti e contadini degli ultimi mesi, si aggiunge, infatti, l'assassinio di difensori del diritto, come quello commesso il 22 Settembre scontro ai danni dell'avvocato Antonio Trejo, consulente di molti contadini dell'Aguán, che alla testa di un gruppo di avvocati aveva presentato un ricorso di incostituzionalità alla Corte Suprema di Giustizia contro le cosiddette Città Modello [centri urbani, del tutto nuovi e creati dal nulla, grazie a capitali transnazionali, con uno status giuridico "privato", con proprie leggi e polizia, ed un'amministrazione autonoma dallo Stato. In pratica, delle "zone franche", sull'esempio di quello che furono (sono ancora?) Singapore, Hong Kong e Macao, in cui insediare fabbriche “maquiladoras” e centri di servizi finanziari; ndr]. Soltanto due giorni dopo, è stato ucciso anche il procuratore speciale dei diritti umani di Choluteca, Manuel Eduardo Díaz, che aveva ricevuto ripetute minacce di morte per il solo fatto di svolgere onestamente il suo ruolo di difensore dei diritti umani. Díaz aveva partecipato allo sciopero della fame che i procuratori, insieme a molti cittadini, avevano inscenato nell'Aprile/Maggio 2008.
E le minacce continuano senza che lo Stato honduregno dia segnali di volontà e capacità di condurre indagini efficaci per individuare gli autori e i mandanti di questi crimini, ancor meno di invertire la situazione di impunità vigente in tutto il Paese e che attraversa tutte le istituzioni.
La cooperazione internazionale è oggi più necessaria che mai. Ma, come è stata messa in pratica, almeno nel caso honduregno? Una sua valutazione critica è ancor più necessaria oggi, nel momento in cui arrivano segnali di un suo ripensamento, a favore della cooperazione bilaterale con i governi e a scapito del sostegno alle organizzazioni della società civile. Perché, quando la cooperazione si riduce a sostenere le istituzioni statali, si rafforzano impunità e corruzione e si indeboliscono gli spazi popolari e il tessuto sociale, politico e organizzativo delle comunità.
È trascorso ormai sufficiente tempo per valutare il modello concettuale e metodologico noto come Quadro Logico. Riteniamo che tale modello sia fallito e, pertanto, sentiamo il bisogno di cercare nuove metodologie che, pur garantendo la trasparenza nell'utilizzo delle risorse e nel loro rendiconto ai donatori, garantiscano ciò che fondamentalmente ci si attende dalla cooperazione: effettivi processi di trasformazione nella vita sociale, politica, culturale, produttiva ed economica della società.
Successi innegabiliNessuno può negare i successi della cooperazione internazionale in Honduras. È stato, ed è, assai grande il servizio che ci hanno dato molte persone ricche di mistica e generosità, che condividono fondi raccolti con collette fra la gente umile e laboriosa dei Paesi del Nord del mondo, spesso motivate dalla loro fede e dal loro impegno per la costruzione di un mondo più giusto e solidale. Negli anni, questa collaborazione ha formato molte persone ai valori civici e non pochi movimenti locali hanno influenzato le politiche pubbliche al fine di migliorare la vita di molte famiglie e comunità.
Dopo il colpo di Stato in Honduras, le agenzie di cooperazione internazionale, insieme alle ONG locali, hanno svolto un prezioso servizio di denuncia delle violazioni dei diritti umani e fatto da cassa di risonanza delle richieste di rispetto degli accordi internazionali in materia, a sostegno delle vittime, della libertà di espressione e del miglioramento delle istituzioni responsabili dell'amministrazione della giustizia.
È stato grazie a fondi della cooperazione internazionale che è stato possibile fare causa allo Stato honduregno in casi di omicidio di ambientalisti e di violazione dei diritti dei detenuti.
Fondi della cooperazione internazionale, in particolare di organismi legati alle chiese, sono stati profusi anche per la diffusione del sapere, nella creazione e nel sostegno di riviste, quaderni popolari, produzioni audiovisive, radio comunitarie, media alternativi.
Anche se tutto ciò è vero, nel corso degli anni la cooperazione ha, tuttavia, lasciato più istituzioni dipendenti che processi liberatori, più gente che non si muove se non ci sono soldi di mezzo che un impegno volontario basato su sforzi personali. In breve, ha lasciato una pratica divorziata dalla gratuità, dalla mistica della lotta e dall'etica.
Approccio uniformatoCi sono centinaia di organizzazioni in Honduras, organizzazioni o istituzioni che, sotto il generico nome di ONG, realizzano attività sociali e tecniche, di promozione umana di vario genere e diverso orientamento ideologico.
Una caratteristica che le accomuna e definisce: esse dipendono dalla cooperazione finanziaria straniera. In Honduras [e non solo... Ndr ], sono cresciute come funghi. Dove meno te lo aspetti, trovi una ONG. E dove senti parlare di ONG e di società civile, vuol dire che di mezzo ci sono soldi della cooperazione internazionale. In quei contesti, in qualsiasi momento, sarete avvicinati da un consulente, con il suo computer portatile sottobraccio, riconoscibile dal suo lessico tecnico. Se visitate un villaggio e sentite un leader comunitario parlare di pertinencia o experticia (termini mutuati dall'inglese, ndr), non dubitate che da quelle parti scorre denaro della cooperazione e deambula qualche consulente, passato di lì per tracciare una “linea di base” oppure realizzare un'indagine conoscitiva al fine di elaborare “termini di riferimento”.
Ciascuna di queste entità lavora seguendo un formato comune, promosso dalla cooperazione europea, chiamato Quadro Logico, che si basa sull'idea che tutto ciò che viene formulato, realizzato e dato a conoscere deve inserirsi in una tipologia di intervento propria del campo sociale in cui si realizza il progetto. Così, un obiettivo non bisogna solo saperlo formulare, ma va poi verificato mediante fatti e azioni che si possano raccontare e comprovare.
Il Quadro Logico parte da un'analisi di contesto, da una linea di base in cui sono identificati gli attori sociali (i portatori di interesse o stakeholders, ndr), i problemi, le sfide e le opportunità, le forze, le alleanze e le tendenze. Questo studio di base deve dare fondamento all'obiettivo dell'intervento che l'istanza che lo esegue vuole realizzare e deve essere coerente con la missione e la visione che dà l'identità all'istanza esecutrice. Per raggiungere l'obiettivo bisogna saper formulare i risultati, contando ognuno di essi su attività, mete, indicatori e, infine, verificatori.
Molti “vigori dispersi”Tutti gli enti che ricevono fondi dalla cooperazione, in particolare europea, si dedicano a presentare progetti, a realizzare lavori sul campo e a redigere rapporti, seguendo lo stesso modello di Quadro Logico. Alcuni segnali identificano inequivocabilmente chi lavora secondo questo schema. Quando in una riunione gira un questionario cui ogni partecipante deve rispondere, fornendo i suoi nome e cognome, numero di telefono, età, e-mail, nome dell'organizzazione e, in fondo, apporre la sua firma, vuol dire che quella riunione è considerata un indicatore di attività, che porta ad un risultato che cerca di raggiungere l'obiettivo che l'organizzazione che ha convocato la riunione si propone per realizzare il progetto... Così, la lista di partecipanti costituisce un verificatore che quel Quadro Logico si sta rispettando.
Ogni ONG ha un suo piano strategico, per un periodo che oscilla fra tre e cinque anni. Per farlo, ha bisogno di fondi della cooperazione internazionale. Attraverso progetti, o programmi, la ONG realizzerà il suo piano strategico, curando i rapporti con le varie agenzie di cooperazione internazionale, che rendano possibile realizzare tale piano e, spesso, garantire la sua sopravvivenza. Sia i piani strategici delle ONG honduregne, sia quelli delle agenzie di cooperazione internazionale si basano sul Quadro Logico. Ciò provoca conflitti e conflitti di interesse: ognuno cerca di usare l'altro per i propri fini. Il risultato è un accumulo di sforzi individuali, di “vigori dispersi”, come disse il poeta (Rubén Darío, ndr). In Honduras, Paese afflitto da tanta miseria e violenza, ci troviamo di fornte ad una schiera di ONG, ciascuna alle prese con la realizzazione del suo piano strategico, e con altrettante agenzie di cooperazione internazionale, in cerca di ONG locali per realizzare i loro piani.
Chi dipende di più e da chiTanto le ONG honduregne come le agenzie di cooperazione che le finanziano hanno bisogno le une delle altre per realizzare i propri piani strategici. Ma, chi ha più bisogno dell'altra? Le agenzie del Nord o le ONG del Sud?
È difficile dare una risposta convincente, ma di sicuro le agenzie di cooperazione potrebbero sopravvivere senza di noi, ma non noi senza di loro. Ciò provoca uno squilibrio ed un rapporto asimmetrico, anche perché la cooperazione internazionale non solo garantisce finanziamenti, ma anche contenuti e tematiche. E questo, per una caratteristica propria del Quadro Logico: chi mette i soldi, mette anche la “musica”: la cooperazione mette anche le tematiche. In questa relazione asimmetrica, le ONG del Sud esistono per essere contrattate da quelle del Nord, che hanno bisogno di controparti per realizzare nel Sud i loro piani strategici.
Ciò che contaUno degli aspetti più importanti del quadro logico è il rendiconto delle somme ricevute dalla cooperazione. La ONG dedica molto tempo a questo. Se conta sul finanziamento di quattro o cinque organismi di cooperazione per realizzare altrettanti progetti, dovrà dedicare molto tempo e molte energie per realizzarli pienamente e rendere conto di essi. Le relazioni o alleanze con altre ONG o altre organizzazioni della società saranno subordinate al rispettto del Quadro Logico, che ha la priorità su tutto.
Di conseguenza, la priorità non sta nello stipulare alleanze a livello nazionale, ma nel rispetto degli accordi di cooperazione. Si faranno alleanze nazionali solo se soddisfano i requisiti stabiliti nel contratto.
Se il Quadro Logico prevede che, al termine del progetto, vadano fatte varie riunioni per un'analisi del contesto con varie organizzazioni della zona, ciò che conta non è l'alleanza con esse, la sua qualità e la sua durata, ma la rispondenza con attività, indicatori e verificatori della partecipazione, tempi e costi, per garantire che quanto concordato è stato rispettato, realizzato con il denaro ricevuto.
Ripiegamento e labirintoLa relazione fra ONG del Nord e del Sud è bilaterale: ogni ONG del Sud mantiene relazioni con quella del Nord che la finanzia, e viceversa. In fin dei conti, l'organismo di cooperazione del Nord definisce il tipo di rapporti che la ONG del Sud stabilirà, di solito sotto la sua tutela e il suo finanziamento. Spesso, un'agenzia di cooperazione rende possibile relazioni ed eventuali coordinamenti fra le ONG che finanzia.
Il rapporto di ogni ONG con altre organizzazioni risponde, in primo luogo, alla realizzazione del progetto, d'accordo con il quadro logico. Si possono produrre conflitti di interesse fra ONG locali quando varie di esse si cercano l'un l'altra, in conformità al loro Quadro Logico, sebbene ciascuna sia tutta presa dal compito di fare in modo che il denaro ricevuto corrisponda ai risultati attesi, agli indicatori e verificatori. Come ogni ONG, si rapporta alle altre in funzione dei propri progetti; ciò provoca, senza volerlo, una strenua lotta di tutti contro tutti; oppure, a volte, sfocia in una ricerca reciproca, ma sempre perseguendo i propri piani strategici.
Non ci sono attività che non corrispondano ad una categoria di finanziamento ed ogni attività dovrà contare su verificatori, in dettagli che possono apparire ridicoli.
Con il Quadro Logico scompare il lavoro volontario. E quando si indica un contributo della comunità o delle organizzazioni “meta”, esso richiede di quantificarlo in soldi, finendo per ingabbiare le ONG e le comunità cui si rivolge in un “labirinto logico”. Ognuno appare occupato e stanco, alle prese con concetti ed espressioni che sembrano coerenti, ma in realtà assorbito da tale sistema.
Ognuno nel proprio ortoSenza negare la buona volontà di non pochi cooperanti internazionali e senza negare molti risultati positivi raggiunti grazie a progetti e interventi diretti nelle comunità povere, il fenomeno della cooperazione, legato alla proliferazione di ONG, genera dinamiche che sono andate istituzionalizzandosi e che danno luogo ad un autentico labirinto di tematiche, tecnicismi, interessi, attività, indicatori e verificatori, scatenati dal Quadro Logico, che promuovono una corsa competitiva di ripiegamento su se stessi e individualismi, che un proverbio honduregno riassume così: cada quien librando su cacaste (ognuno pensa al proprio orticello, ndr).
Sebbene sia vero che i progetti hanno un impatto positivo tra i beneficiari, il Quadro Logico va lasciando una scia di tecnici e specialisti, sia tra i donatori che tra le ONG locali. Nascono esperti nel far quadrare le formule con gli importi, capaci di presentare i risultati come se ciò significasse la trasformazione della realtà sociale, umana, politica e territoriale. Sta così nascendo una élite sempre più specializzata nel disegno di progetti a partire dalla formula magica del Quadro Logico, ma sempre più distante dalla realtà economica, umana e vitale dei destinatari, quelli che giustificano tali progetti. Domina la tecnica ma viene meno la mistica, la gratuità e l'impegno volontario.
Una élite di espertiLe linee di fondo del quadro logico disegnano una tendenza di lavoro che converte il rapporto di collaborazione fra agenzie del Nord e ONG del Sud in un circolo vizioso, che si sostiene con denaro e formulazioni tecniche e astratte, con rapporti narrativi e finanziari che stabiliscono la necessità di elaborare il successivo progetto sulla stessa linea di base e sempre seguendo il quadro logico. Quest'ultimo mette in moto processi che, quasi sempre, riportano alla stessa situazione di dipendenza e alla necessità di nuovi apporti finanziari come condizione per la sopravvivenza delle ONG; e, in ragione del rapporto gerarchico con le agenzie di cooperazione da cui provengono denaro, temi e metodologie, le agenzie di cooperazione diventano indispensabili nell'assistere paternalisticamente i beneficiari.
Il Quadro Logico promuove una élite privilegiata di specialisti, consulenti e tecnici, mentre atomizza le ONG locali e i destinatari finali dei progetti. Il quadro logico garantisce che le ONG locali siano sempre occupate a realizzare svariate attività, ma rivolte su stesse, rafforzando così quel malessere sociale e politico di tante organizzazioni honduregne che sono chiuse in se stesse, e contribuendo alla smobilitazione sociale causata dalla politica, dal calcio, dalla religione e dall'arte di arrangiarsi, che mantengono la gente in costante movimento, occupata e, persino, entusiasta, ma lungi dalla costruzione di proposte autentiche, popolari e trasformatrici.
In Honduras, le ONG che gestiscono fondi di cooperazione sono un potere reale. Tuttavia, il loro potere smobilita la società dei poveri. In molti casi, esse esercitano il potere con la stessa logica dei partiti politici, delle religioni, delle squadre di calcio e dei media corporativi: facendo apparire il loro lavoro come qualcosa non solo buono, ma indispensabile per rispondere alle necessità più reali e basilari della popolazione. In tutti questi anni, le ONG hanno acquisito capacità per trasferire il potere che dicono di voler costruire a comunità e organizzazioni di base, ma alla fine questo è rimasto nelle loro mani e non in quelle delle organizzazioni comunitarie. E siccome le ONG sono mosse e dirette da persone in carne e ossa, in definitiva sono tecnici, direttori, consulenti ed esperti a detenere il potere in nome dei poveri.
Anni '80: conti poco chiariUn argomento che sta alla base del Quadro Logico è la necessità di un uso trasparente dei fondi esterni, al fine di rispettare la volontà dei donatori del Nord. Il Quadro Logico serve, dunque, a stabilire la coerenza tra ciò che è scritto nei progetti e ciò che si fa nella realtà.
La necessità di un uso trasparente dei fondi è fuori discussione. La fortuna del Quadro Logico si spiega, in gran parte, con i ripetuti casi di malversazione e appropriazione indebita di fondi delle agenzie di cooperazione. Negli anni '80 e primi anni '90, ci sono stati molti episodi di questo tipo, che hanno visto protagonisti dirigenti sia delle ONG locali che delle organizzazioni da queste sostenute. Agli scandali, inoltre, hanno contribuito, anche se in misura minore, non pochi funzionari di organismi donatori, secondo loro ammissioni. In alcuni casi, le malversazioni hanno raggiunto cifre importanti.
Durante gli anni '80, in particolare, il dirottamento di fondi della cooperazione risultò essere una pratica comune e generalizzata, giustificata dalla necessità di appoggiare le lotte contro i governi repressivi. Erano tempi, quelli, in cui non si potevano presentare, in forma trasparente, progetti e rapporti, a causa dei rischi che ciò comportava per i leaders delle organizzazioni e istituzioni richiedenti. Gli stessi argomenti erano utilizzati per giustificare il fatto che non si presentavano rendiconti chiari. Si ricorreva a rapporti compartimentados (riservati, ndr): così si diceva nei circoli di varie organizzazioni che si avvalevano dei fondi della cooperazione internazionale. Fatto sta che direttori e funzionari degli organismi donatori appoggiavano apertamente la pratica di dirottamento non giustificato dei fondi, secondo il nobile argomento di appoggiare le lotte popolari; o, più semplicemente, facevano finta di niente. Tutti sanno che la trasparenza nei rendiconti non era ciò che caratterizzava le ONG in quegli anni infausti.
Oggi, rigoroso controllo dei fondiA seguito degli accordi di pace raggiunti in Centroamerica, che hanno ridotto la conflittualità politica, la cooperazione ha iniziato a sostenere i processi di pace, le pressioni politiche per migliorare il funzionamento delle istituzioni statali, la auditoría sociale, i progetti di sviluppo sostenibile e gli interventi in situazioni di emergenza e di gestione dei rischi.
La cooperazione si è andata specializzando, è diminuita e ha cominciato a esercitare maggiore controllo sui fondi, esigendo una contabilità dettagliata dalle sue controparti. Sono cambiate le tematiche e sono emersi nuovi approcci, anche se le ONG sono rimaste le stesse, con dirigenti eredi delle pratiche del passato.
In questo contesto, gli organismi donatori hanno sviluppato nuove modalità di rendicontazione e di incidenza diretta sull'uso dei fondi, fino a costruire il Quadro Logico. La tragedia dell'uragano Mitch, nel 1998, ha fatto emergere in Honduras evidenti prove di malversazione e corruzione, e ciò ha spinto gli organismi di cooperazione ad esercitare una presenza più diretta nel controllo dell'uso dei fondi, per essere certi che venisse rispettata la volontà dei donatori europei di alleviare la povertà e promuovere la partecipazione della cittadinanza nella ricerca di risposte alle cause che generano disuguaglianza. Dopo Mitch, il controllo dell'uso dei fondi è diventato un fattore decisivo per la cooperazione. In tutto il Centroamerica si è così consolidato il concetto e la metodologia del Quadro Logico. Tuttavia, i rigorosi meccanismi per controllare l'utilizzo dei fondi in questo contesto, non solo non hanno raggiunto la trasparenza desiderata, ma hanno moltiplicato i sotterfugi per distrarre i fondi a favore di beneficiari privati.
ONG come zeccheIntendiamoci: uno strumento che garantisca la trasparente rendicontazione dei fondi che le ONG ricevono dalla cooperazione internazionale rimane una necessità. Che tale strumento contribuisca a far sì che i fondi della cooperazione promuovano processi di autentica costruzione del senso di cittadinanza è altrettanto urgente. Ma, al punto in cui siamo, occorre dire che lo strumento denominato Quadro Logico appare viziato: non garantisce più la trasparenza nell'utilizzo dei fondi e, ancor meno, contribuisce ai processi di trasformazione.
Le élites specializzate in questo strumento sono diventate esperte nell'elaborare rapporti “logici”, che però non garantiscono che i fondi siano stati utilizzati correttamente. Solo assicurano che i fondi utilizzati corrispondano ai risultati, agli indicatori e ai verificatori. Ma, chi ci assicura che le liste, le videoregistrazioni, le foto o le fatture corrispondano sempre alla realtà e non siano una finzione o, peggio, siano truccate?
A proposito di “verificatori”: una sera, sono andato a cena in una trattoria con un amico. Entrambi discutevamo di questioni relative al Quadro Logico e, al momento di pagare, abbiamo chiesto la fattura. Con tutta la naturalezza di chi sembra avvezza alla prassi, la cameriera mi ha chiesto se dovesse scriverla lei o se preferissi farlo io. Dopo averla pregata di procedere in tal senso, mi ha chiesto: “Quanto ci devo scrivere?”. E quando le ho chiesto se c'era gente che chiedesse fatture con quantità diverse dalla spesa sostenuta, mi ha risposto senza esitazione: “Lo fanno tutti!”. È un piccolo esempio: il Quadro Logico ha lasciato una scia di ONG chiuse in se stesse, preoccupate della propria sopravvivenza, come zecche che si attaccano agli organismi donatori e ricorrono a pratiche che violano la trasparenza.
Uno strumento difettosoÈ necessaria una profonda revisione del rapporto tra cooperazione internazionale, ONG locali, destinatari o beneficiari di fondi dei donatori. Lo strumento chiamato Quadro Logico ha dato tutto quello che aveva da dare. Ci ha lasciato, però, relazioni segnate dalla dipendenza e dal verticismo, ONG assorte nelle loro dinamiche interne, e dirigenti di movimenti sociali privi di mistica e dedizione su base volontaria.
Forse, oggi i conti sono più chiari di ieri, ma ciò ha significato la formazione di una élite di esperti, che si muovono in una sorta di “pantano”, in cui tutti sgomitano per uscire dal fango da soli, senza rendersi conto di quanti stiano nelle stesse condizioni intorno a loro. Tutti allungano le mani e gli sguardi verso l'esterno, verso la cooperazione internazionale.
L'impronta lasciata dal Quadro Logico è stata così profonda che dobbiamo chiederci se esista ancora la capacità di invertire la rotta e correggere le sue caratteristiche negative. Sarà possibile, dopo tutto questo tempo alle prese coi “verificatori”, costruire processi in base al lavoro gratuito di comunità, organizzazioni di base e membri delle ONG? È possibile promuovere progetti che si basino sui contributi volontari delle “controparti” e soprattutto dei beneficiari? Ciò, sarà possibile solo con nuove idee, nuove visioni e nuove metodologie.
Rompere con questo strumento viziato è necessario tanto quanto avviare un processo con la piena partecipazione degli organismi donatori, delle ONG locali, delle organizzazioni sociali e comunitarie, per inventare un nuovo strumento che esprima una nuova concezione della cooperazione e del lavoro con i settori popolari, che contribuisca a dinamizzare i processi partecipativi, aprendo ogni organismi ad un rapporto creativo con gli altri e a relazioni più orizzontali tra donatori, ONG e dei beneficiari finali, promuovendo mistica e volontariato tra i diversi settori della società, specialmente tra quanti chiamiamo destinatari o beneficiari, per i quali vengono formulati i progetti con fondi della cooperazione internazionale.
La ricerca di nuova metodologiaIn Honduras, abbiamo bisogno di una visione e di strumenti che aiutino a coniugare i dati oggettivi e razionali espressi nei rendiconti finanziari e descrittivi, con l'investimento nella mistica, nella gratuità e nel volontariato. Perché i dati verificabili non si basino solo su cifre e dati quantificabili, ma esprimano la capacità dei beneficiari, promotori, tecnici e consulenti di garantire processi sociali, culturali e di trasformazione che vadano al di là della durata del progetto.
Con queste riflessioni, vorremmo aprire una franca discussione, alla ricerca di nuove proposte. E speriamo che non diventino anch'esse un “verificatore” di un risultato che cercava di discutere il Quadro Logico, in un documento conservato in archivio, che attende l'approvazione, o meno, di una auditoría, e poi, punto finale.