NICARAGUA / Ortega cerca di guadagnare altro tempo: per far cosa?
Diversi fatti accaduti in Maggio, mese in cui ai Tropici inizia la stagione delle piogge – cambiamenti climatici globali permettendo –, hanno rafforzato la resistenza civica al regime. Per tutta risposta, quest’ultimo ha intensificato il controllo sulla popolazione e continuato ad agire in forma unilaterale al tavolo del negoziato, ignorando di fatto l’Alleanza Civica, sua controparte. È ormai evidente il tentativo del governo Ortega-Murillo di vanificare anche questo secondo tentativo di dialogo e negoziazione. A meno che nuovi eventi non imprimano un’accelerazione al difficile processo di transizione che la maggioranza dei nicaraguensi si aspetta.
Traduzione e redazione di Marco Cantarelli.
Sebbene la via d'uscita dalla crisi sia chiara ai più – vale a dire, un negoziato serio che restituisca le libertà civiche, garantisca giustizia alle vittime ed instauri la democrazia a partire da elezioni giuste e anticipate –, tali mete apparivano ancora estremamente lontane ai primi di Maggio. Un’efficace sintesi dell’attuale congiuntura è quella formulata, il 9 Maggio scorso, dal giornalista Fabián Medina Sánchez – autore di El Preso 198, un perfil de Daniel Ortega, biografia non autorizzata del presidente nicaraguense edita nel Settembre 2018 – nella sua rubrica settimanale pubblicata sul quotidiano La Prensa: «Il momento è talmente buio che non sappiamo se stiamo arrivando o partendo, se stiamo risalendo la china o precipitando nel fondo di una dittatura». A metà Maggio, vari eventi hanno indicato che forse – e sottolineiamo forse – si è arrivati “all’orlo del baratro”…