«Abbiamo fatto germinare le nostre idee per imparare a sopravvivere in mezzo a tanta fame, per difenderci da tanto scandalo e dagli attacchi, per organizzarci in mezzo a tanta confusione, per rincuorarci nonostante la profonda tristezza.
E per sognare oltre tanta disperazione.»


Da un calendario inca degli inizi della Conquista dell'America.
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NICARAGUA / A 40 anni dalla rivoluzione del 1979: poteva andare in altro modo?

Luis Carrión Cruz, uno dei nove Comandantes della Direzione Nazionale “storica” del Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN), già viceministro dell'Interno e ministro dell'Economia negli anni '80, e dal 2005 dirigente del Movimento Rinnovatore Sandinista (MRS), traccia un bilancio, anche in chiave personale, della rivoluzione nel 40° anniversario della caduta della dittatura somozista, mentre la nuova dittatura di Daniel Ortega mantiene il Nicaragua intrappolato in una difficile crisi, provocata dalla sua decisione di rimanere al potere a tutti i costi.

Traduzione e redazione di Marco Cantarelli.

Cercherò di tracciare un bilancio della rivoluzione. Ero riluttante a farlo. Prima di tutto, perché io c’ero, sono stato uno dei suoi protagonisti e ho condiviso responsabilità, nel bene e nel male, di quella fase; e quell’evento di 40 anni fa è ancora attuale. In secondo luogo, perché parlo a partire dai miei ricordi e la memoria è sempre fallibile e selettiva. Infine, perché la rivoluzione è stata un fenomeno così enorme, complesso e multidimensionale, che è molto difficile riassumere tutto ciò che ha rappresentato.

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NICARAGUA / Ultimatum alla dittatura?

Il 28 Giugno a Medellín, in Colombia, l'Assemblea Generale dell'Organizzazione degli Stati Americani, vale a dire la istanza politica più alta di questo organismo, ha adottato una risoluzione in cui si ribadisce che in Nicaragua si è prodotta un'alterazione dell'ordine costituzionale e di quello democratico e, di conseguenza, ha dato a Daniel Ortega 75 giorni per negoziare, “in buona fede”, con l'Alleanza Civica, la coalizione che rappresenta l’opposizione, per trovare un’efficace uscita dalla crisi nazionale. Come reagirà questa volta il presidente nicaraguense? Accetterà di avviare un vero negoziato o continuerà a imporsi mediante la repressione, prolungando l’incertezza nazionale fino alle elezioni previste nel 2021 e che Ortega si ostina a non voler anticipare?

Traduzione e redazione di Marco Cantarelli.

Secondo alcuni osservatori, al punto in cui si è arrivati a quindici mesi dall’inizio della ribellione civica scoppiata nell’Aprile 2018, i dilemmi starebbero tutti dalla parte del regime, dal momento che “il popolo ha già preso la sua decisione”; come si cantava 40 anni in Nicaragua, quando ad essere assillato dai dilemmi era Somoza, mentre il popolo lottava deciso contro la dittatura. Gli eventi di Giugno hanno suscitato numerose aspettative: ora, Ortega è davanti ad un ultimatum e l’opposizione entra in una nuova fase della sua prolungata resistenza.

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