«Abbiamo fatto germinare le nostre idee per imparare a sopravvivere in mezzo a tanta fame, per difenderci da tanto scandalo e dagli attacchi, per organizzarci in mezzo a tanta confusione, per rincuorarci nonostante la profonda tristezza.
E per sognare oltre tanta disperazione.»


Da un calendario inca degli inizi della Conquista dell'America.
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Il Giornale di Vicenza, 15 Ottobre 2008

Sul pldm "Vicenza, città aperta" del 13/10/2008.

AL “PRIMOLUNEDÌ”
I pacifisti: «Compriamo le aree vicino al Dal Molin»

Leandra Pelle

Cosa fare dopo la consultazione del 5 ottobre? È stato il filo conduttore dell'incontro “Vicenza città aperta", lunedì sera all'Istituto missionario Saveriani di viale Trento, il primo del ciclo organizzato dal coordinamento di associazioni che danno vita al “Primolunedìdelmese”. Marco Cantarelli ha guidato il vivace dialogo tra i relatori e il folto pubbblico. Silvano Caveggion, di Rete Lilliput, propone di costituire una fondazione per la pace e l'economia civile. Il progetto elaborato da “Vicenza 2020 Sì-Movimento per la pace e la non violenza onlus” vedrebbe Comune e cittadinanza uniti per riunire le diverse proposte di pace ed economia civile elaborate in città negli ultimi due anni. La struttura della fondazione (preferita perché unisce soggetti pubblici e privati) sarebbe guidata dal Comune, per attivare progetti ma anche raccogliere finanziamenti istituzionali e privati. «Bisogna - dice Caveggion - puntare sulle proposte realistiche per la città: partiamo con l'acquistare le zone limitrofe a sud per costruire una piazza del Sì per iniziare a pensare alla Vicenza che vogliamo e successivamente acquistare l'intera zona». Insomma, circondare l'area della discordia e «valutare, visti gli studi fati, la costruzione di un'attività che avrebbe un ritorno economico ed occupazionale per tutti i vicentini».
Il vicesindaco Alessandra Moretti ha sostituito Achille Variati, assente in vista della partenza per Roma. «Non abbiamo tirato i remi in barca: visti i 24 mila votanti la partita non è chiusa. Aspettiamo gli altri pronunciamenti del Tar: la volontà della giunta è continuare». Tema spinoso è quello delle compensazioni. Dal pubblico è stato espresso un netto rifiuto a compensare la presenza della base in città con il “dono" di infrastrutture o strade e di andare in visita ad Aviano che ha già avuto il raddoppio della base. «Non ci sono compensazioni - sottolinea il vice sindaco - perché il danno a livello di impatto ambientale e inquinamento sarebbe elevato. Il sindaco ha intenzione di andare fino in fondo andando anche davanti alla Corte di Giustizia Europea». 


SALA: NON È PIÙ IL ’45

«Nel 2008 i vicentini non ci stanno più a comprare a scatola chiusa». Giorgio Sala, ex sindaco, ha definito così l’altra sera al “Primolunedìdel mese” i risultati del voto della cittadinanza sul raddoppio della base americana. Sala ha analizzato il problema dalle sue origini fino ad oggi, facendo riferimento alla gestione del caso Dal Molin da parte delle ultime Amministrazioni comunali e alle posizioni prese dal Governo: ha rilanciato la necessità di stare uniti anche in caso di sconfitta. L’ex primo cittadino è tornato indietro con la memoria al 1945 «quando gli americani entravano come liberatori in un momento in cui avevamo bisogno di tutto»: 10 anni dopo, nel 1955, Vicenza si era rimessa in piedi e guardò al ritorno degli Usa con indifferenza. Sala ebbe buoni rapporti coi generali Usa. E ora? «La vedo dura: i generali, nonostante il voto, vogliono andare avanti". (L.P.)



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